Mi presento

la mia passione e la mia storia

Piacere Vittorio!

Mi chiamo Vittorio Abbate e sono un pittore. Vivo a Ravello, magnifico borgo della Costiera Amalfitana dove sono cresciuto con la bellezza e la magia negli occhi.

Qui ho avuto i miei primi incontri con l’arte, in particolare con i quadri che tanti artisti venivano ad esporre in estate nelle chiese o nelle stradine del centro, con le ceramiche che ancora oggi riempiono gli scaffali e le vetrine dei negozi, con gli schizzi dei tanti viaggiatori che si fermavano a cogliere un pezzo della mia città accendendo in me la curiosità per il disegno e la pittura.

L’inizio della mia passione

Tutto iniziò grazie a una scatola di colori – tempere, pastelli, gessetti – vinta per un concorso di pittura organizzato da un’associazione culturale per i ragazzi del mio quartiere, grazie alla quale capii che quella era la strada che volevo percorrere.

Da allora ho fatto tanti passi ma il ricordo di quella scatola mi emoziona ancora. Ho così frequentato prima l’Istituto d’arte “Filiberto Menna” di Salerno e, poi, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, approfondendo, anche grazie ai corsi organizzati dall’associazione In Form of Art, le tecniche pittoriche e confrontandomi con la cosiddetta bottega.

Saranno, tuttavia, le occasioni di viaggio – in Spagna, in Argentina, in California – gli incontri con alcuni artisti tra cui Romano Ranieri e il portoghese Manuel Cargaleiro grazie ai quali mi sono confrontato con le diverse possibilità della ceramica, Bryan Mark Taylor, ex docente dell’Art Accademy di San Francisco che mi ha introdotto al movimento en plein air molto forte negli USA, e ancora Fabiola Sorolla, bis nipote del pittore castigliano Joaquin Sorolla, a segnare in maniera più profonda il mio attuale lavoro orientato alla pittura en plein air.

La svolta

Ricordo con piacere il soggiorno in Argentina del 2011 dove, oltre a trovare moglie, dipinsi per la prima volta all’aperto meravigliandomi per la curiosità delle persone, incuriosendomi per il repentino mutare delle luci, delle ombre, per il variare dei colori e delle atmosfere, scoprendo definitivamente cosa volevo fare. Da allora non mi sono più fermato, esercitandomi quotidianamente con quanto mostrano i paesi e il paesaggio della Costiera Amalfitana, perdendomi in quel sodalizio tra uomo e natura che l’ha resa Patrimonio dell’Umanità.

Un sentiero sospeso tra cielo e mare, dove l’architettura si fonde con il paesaggio, dove la storia, la memoria dei luoghi, emerge tra antiche costruzioni arabo-normanne, tre i limoneti, i vigneti, sulle porte e le finestre delle case, un labirinto che, in sella alla mia bicicletta, cerco quotidianamente di percorrere con la consapevolezza che perdersi è l’unica possibilità contemplata.

Del resto quella scatola di colori non è stato altro che un invito al viaggio e alla scoperta, alla possibilità di una vita fatta di piccole gioie nel paese che amo di più: Ravello!